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Il parere Torchiani sulla rivista "L'industria della gomma"




Un commento comune sul 2021 è che, a parte il perdurare della pandemia Covid-19, sono state altre le situazioni critiche che hanno condizionato il mercato, spesso anche pesantemente, come la scarsa disponibilità di molte materie prime e gli aumenti sconsiderati dei noli marittimi dal Far East. Siete d’accordo su questa affermazione e quali sono state a vostro avviso le cause che le hanno determinate?
 Checché se ne dica, la pandemia ha condizionato ancora il mercato nel 2021, con i connotati che ormai conosciamo bene: mascherine, igienizzanti, smart working, videoconferenze e green pass hanno imperversato per tutto l’anno con i condizionamenti già sperimentati nel 2020, compresa la chiusura quasi totale a personale esterno da parte di alcune aziende.
Tuttavia non si può che essere d’accordo sul fatto che, per quanto riguarda le materie prime, il mercato è stato letteralmente sconvolto dalla scarsa o addirittura inesistente disponibilità di parecchi materiali, nonché dai folli aumenti di prezzo dei noli marittimi.
Che virus e lockdown abbiano causato una forte interruzione del traffico merci globale è evidente, che si potessero verificare le due situazioni in termini così drammatici era senz’altro difficile prevederlo, così come ancora oggi è difficile individuarne le precise cause scatenanti.
Sia pure dando per scontato che in Cina manchino i container, che i porti abbiano una scarsa capacità di stoccaggio e che siano rimasti congestionati dal boom del post-lockdown e dalle dimensioni sempre maggiori delle navi, che i controlli legati alla pandemia rallentino le operazioni di carico e scarico, che a conti fatti sia allo stremo un sistema logistico, già provato dal forte squilibrio dei valori di scambio molto elevati dalla Cina verso USA ed Europa, tutto questo ha davvero compromesso e continua a compromettere la disponibilità di gran parte delle materie prime.
 
Alla luce, in particolare, dei conseguenti aumenti di prezzo di pressoché tutte le materie prime a livello globale, quali sono state le reazioni del mercato di fronte a tali difficoltà? Siete riusciti ad affrontarle e superarle?
 Gli utilizzatori sono rimasti scioccati sia dagli aumenti di prezzo delle materie prime che dalla impossibilità di forniture costanti per molti prodotti, in mancanza di precisi contratti coi fornitori o perlomeno di consolidate situazioni commerciali. Si possono citare, per esempio, i perossidi, con la criticità di bisperossido e di alcuni gradi particolari, del plastificante DINP e dell’olio paraffinico.
Di fronte a queste situazioni i clienti hanno cercato di tutelarsi omologando nuovi prodotti e fornitori ed emettendo ordini a programma, ma sono stati comunque costretti ad accettare tutti gli aumenti di prezzo per non fermare le produzioni.
Da parte nostra abbiamo dovuto rinunciare a trattare alcune materie prime provenienti dalla Cina, anche a causa dei lunghi tempi di consegna (fino a tre mesi e più dalla data dell’ordine), concentrandoci su prodotti, sulla cui disponibilità potevamo contare, e aiutando i clienti a formulare ragionevoli previsioni di consumo ed acquisto, garantendo così che i prodotti di loro interesse continuassero ad essere disponibili.
 
Tuttavia, a conti fatti il 2021 sembra essere stato un anno positivo, in termini di volume e fatturato, per quasi tutte le aziende della gomma. Lo potete confermare anche dal vostro punto di vista?
Il 2021 è stato effettivamente un anno positivo, in merito a volume e fatturato, sia per noi che per i nostri clienti, la maggior parte dei quali ha sempre lavorato a pieno ritmo nonostante tutte le difficoltà menzionate, che si sono parzialmente smorzate solo nell’ultimo trimestre dell’anno.
 
Non si può dire che il 2022 sia incominciato sotto i migliori auspici: dopo un ultimo trimestre del 2021, che faceva sperare in una diminuzione dei prezzi e in una migliorata disponibilità delle materie prime, in realtà da febbraio entrambe le situazioni sono peggiorate a causa della guerra in Ucraina. Cosa potete commentare in merito?
All’inizio del 2022 le previsioni o, meglio, le speranze di un assestamento di prezzi e disponibilità delle materie prime si sono rapidamente spente con lo scoppio della guerra in Ucraina. Pandemia e guerra rischiano fortemente di bloccare la globalizzazione, prova ne è che la filiera produttiva, ormai sconvolta da due anni di situazioni negative e problematiche, sembra avvicinarsi sempre più al punto di rottura in una o più delle sue fasi.  
 
La situazione ucraina ha indubbiamente contribuito a peggiorare ulteriormente lo scenario, perlomeno europeo, delle materie prime per molti settori di mercato, in particolare per alcune materie prime della gomma quali carbon black ed elastomeri, Quali sono le conseguenze dirette o indirette sul vostro business e quali potrebbero essere secondo voi gli sviluppi nel corso di quest’anno?
 Considerando le materie prime provenienti dalla Russia, il panorama è a dir poco sconfortante: carbon black ed elastomeri sono ancora disponibili, sia pure a volumi ridotti, a prezzi allucinanti e spesso senza garanzie di consegna nei tempi teorici previsti. Anche la scarsità di TIR e di autisti, per la presa in carico di prodotti sdoganati in Polonia o in Lituania, rappresenta un grosso problema, che ha già determinato un aumento dei costi di trasporto fino al 200 % rispetto all’inizio dell’anno. Esiste d’altro canto anche la situazione per cui alcune aziende della gomma hanno deciso di non acquistare più materie prime di origine russa.
Per il momento il nostro business non sta subendo particolari contraccolpi, ma sicuramente la situazione è destinata a peggiorare se, come qualcuno sta sostenendo, le sanzioni sul petrolio russo colpiranno anche i derivati.
In generale c’è poco da stare allegri, considerando anche che, a livello globale, la disponibilità delle materie prime potrebbe migliorare entro la fine dell’anno, ma che il riassetto della filiera dei trasporti marittimi richiederà molto più tempo. Non possiamo infine ignorare i consistenti aumenti dei costi energetici: le energie rinnovabili stanno facendo passi notevoli, superiori alle previsioni, auguriamoci che questo sia sufficiente a migliorare almeno questo aspetto dell’attuale situazione di crisi.